La Chiesa è dedicata ad una delle più popolari martiri romane, uccisa nell’anno 304, durante l’ultimo periodo della persecuzione di Diocleziano.
La figura di questa santa si è contraddistinta per la forza di volontà nel difendere i propri valori e la propria devozione a Dio sacrificando la sua stessa vita.
Che siate turisti curiosi o pellegrini in cerca di ispirazione, la Chiesa di Sant'Agese in Agone è pronta ad offrirvi un'esperienza indimenticabile.
Nel 1652 Innocenzo X Pamphili, pensò ad una nuova costruzione in luogo dell’antica Chiesa di S. Agnese.
L’incarico venne affidato, inizialmente all’architetto Girolamo Rainaldi, ma presto il pontefice lo sollevò dall’incarico affidandolo a Francesco Borromini, che se ne occuperà fino al 1657.
Con papa Alessandro VII venne istituita una commissione per indagare su eventuali errori del Borromini, che portarono l'architetto ad abbandonare i lavori e a richiamare Carlo Rainaldi che alterò il progetto del Borromini. Nel 1667 Donna Olimpia Maidalchini, vedova del fratello di Innocenzo X, incaricò il Bernini dei lavori di finitura generale, mentre Giovanni Maria Baratta eseguì i campanili e Giuseppe Baratta la scalinata. Le modifiche apportate dal Bernini riguardarono solo l’interno.
Orario di apertura:
dal martedi al sabato dalle ore 9:00 alle ore 12:30
Accessibilità
Biglietto gratuito
La pianta a croce greca propone al centro di essa un ottagono che presenta sugli assi principali l’ingresso, l’abside e due cappelle laterali.
Nei quattro lati diagonali si aprono quattro nicchie, in cui sono posizionati altrettanti altari in marmi preziosi sormontati da pale secondo il progetto decorativo, al quale partecipò anche Alessandro Algardi e portata a termine da due dei suoi allievi nel 1654.
Alla morte di Innocenzo X i suoi resti vennero traslati nella tomba fatta costruire nella chiesa di Sant'Agnese in Agone.
Infatti il suo monumento è posizionato sopra l'ingresso della chiesa.
All’interno sono inoltre visibili quattro altari dedicati a Sant’ Alessio (1° a destra) a Santa Emerenziana (2° a destra) Sant'Eustachio (1° a sinistra) e Santa Cecilia (2° a sinistra).
nascondiInizialmente l’altare doveva essere dedicato alla santa titolare e la pala absidale, commissionata all’Algardi, doveva rappresentare un miracolo di Sant’Agnese.
A seguito della morte dell’artista Domenico Guidi ebbe la commissione per realizzare la pala che venne esposta ufficialmente nel 1688.
Il grande rilievo in marmo bianco rappresenta, con vibrante vivacità e avvincente compattezza, la Sacra Famiglia con Santa Elisabetta, San Giovanni e Zaccaria.
Invece i lavori di costruzione dell’altare iniziarono nel '700, sulla base di un progetto di Carlo Rainaldi.
Sulle quattro colonne di verde antico poggia un timpano sovrastato da angeli che recano la colomba, con la palma simbolo del martirio.
nascondiA seguito della modifica architettonica che la Chiesa di S. Agnese in Agone subì dopo la morte di Papa Innocenzo X Pamphili, si ritenne opportuno dedicare alla Santa non più l’altare maggiore ma una cappella più vicina al luogo del martirio.
Su uno sfondo costituito da finta prospettiva si pone la statua di Sant’Agnese, con la quale il Ferrata ripropone, nell’impostazione della figura della Santa, un disegno del Bernini.
Autore degli splendidi stucchi che decorano la cappella è Paolo Landini che lavorò nella chiesa tra il 1662 e il 1664 insieme a Giovanni Battista Ferrabosco e Giovanni Francesco Rosi.
nascondiScendendo le scale della Cripta ci si trova di fronte un’opera dell’ Algardi raffigurante S. Agnese con un Angelo.
Accanto c’è una lapide con questa scritta: “INGRESSA AGNES HUNC TURPITUDINIS ANGELUM DOMINI PREPARATUM INVENIT” “Ingresso del luogo di turpitudini dove l’Angelo mandato da Dio intervenne a salvare Agnese”.
La cripta si divide in tre ambienti.
Il primo, più ampio, è articolato in un grande vano con due pilastri che sorreggono tre arcate. Gli altri due ambienti sono rivolti verso Piazza Navona, e corrispondono alla cripta della chiesa medievale. Sulla parete della scala che scende alla cripta, vi è un affresco seicentesco raffigurante Sant’Agnese sostenuta dall’angelo. Sotto al dipinto è collocata una lastra marmorea che Papa Damaso (366-384) aveva fatto incidere, successivamente usata come lastra pavimentale.
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